" Cargo n? " è un progetto che vuole raccontare la vita del lavoratore all'interno dei porti mercantili, in particolare quello di Carrara. 
E' un progetto nato dal fascino del mare e dal colore dei container, che però non troviamo. Ecco spiegato il punto di domanda nel titolo, non esiste nessun container, nessun cargo. Questa è, forse, la particolarità del Porto di Carrara. 
Il porto di Carrara è il più antico scalo marittimo italiano, nasce con l'obiettivo e l'esigenza del commercio del marmo. Nasce nel 1851. Porto piccolo e antico ma con un forte attaccamento alla propria tradizione.
Il porto viene gestito come un'enorme fabbrica: sul Porto di Carrara lavorano due diverse aziende, la Porto SPA e il Gruppo Grendi, entrambe gestite dall'Autorità Portuale di Carrara, ente governativo presente in ogni porto. 
Lo spazio viene diviso nella zona operativa di carico e scarico merce, che occupa gran parte dello spazio sulle diverse banchine, la zona di archivio merce e gli uffici.
Archivio di materiale che attende il suo giorno. Marmi, scatole, semi-container pronti ad attraversare il mondo. 
Le targhette recitano: South Corea.
Oggi il Porto di Carrara è specializzato in un trasporto di tipo Project Cargo: merce sfusa, marmo, tondini di metallo e grandi turbine che raggiungono il porto attraverso trasporti speciali e per approdare in paesi vergini.
Marmo proveniente dal Brasile, scaricato il 18 Maggio 2018

Le gru utilizzate sono alte circa 40 metri. Ogni giorno un operaio diverso passa otto ore nella cabina di pilotaggio, poco stabile a causa dei continui movimenti della gru.
In lontananza le cave di marmo. Distano dal porto circa venti chilometri, il trasporto del marmo rimane invariato da anni, il materiale arriva in porto sui treni merci e una ferrovia che collega il deposito del marmo alle porte del porto.
Salendo sulla nave incontriamo l'equipaggio, operai che arrivano da diverse parti del mondo, che collaborano con gli operai del porto. Le due squadre sono divise.
Lo spazio che gli viene dedicato per la vita quotidiana non è molto, a prua ci sono delle camere, una sala da pranzo delle dimensioni di una cucina, una lavanderia con lavatrice comune e piccoli bagni.
Enormi vasche nella stiva della nave attendono ogni giorno un gruppo di operai diversi, la merce viene inserita con le gru e gli operai si occupano di rizzare il materiale.
Per tutto il giorno gli operai che lavorano nella stiva non vedono altro che il cielo.
Due fari accolgono le navi in porto, i dispositivi di localizzazione delle navi non vengono gestiti alla perfezione, la nave viene aspettata, attesa di giorno in giorno.
Massimo, 52 anni. Responsabile della Porto SPA. Il casco rosso lo distingue dagli altri operai, capo e leader, che si mette in gioco prima di tutti. Controlla e aiuta in ogni singola situazione.
Di giorno in giorno viene organizzata a tavolino la giornata lavorativa di ogni operaio, in base alle navi che partono o arrivano. Vengono compilate le ruzzole, i documenti con la lista dei nomi di tutto il personale. Documenti ancora non digitalizzati.
Gli operai lavorano dalle otto alle dieci ore al giorno, per circa venti giorni al mese. Gli stipendi non sono alti e spesso si verificano discussioni all'interno degli uffici. Padri di famiglia, che sperano qualche soldo in più.
Marco, 47 anni. Alessandro, 32 anni.
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